La mente di Feanor lavora incessantemente. Quasi presagisce che qualcosa di terribile si abbatterà sugli Alberi: come conservarne intatta la luce?
“era tutto preso da un nuovo pensiero, ma può anche essere che abbia preavvertito un’ombra della sorte che s’avvicinava; e rifletteva su come conservare imperitura la luce degli Alberi, gloria del Reame Beato. Diede allora mano a un lungo e segreto lavoro, facendo appello a tutta la propria sapienza, potenza e sottile abilità; e alla fine, ecco che produsse i Silmaril.
I quali erano, quanto a forma, come tre grandi gioielli. Ma soltanto alla Fine, quando ritornerà Feanor che perì prima che il Sole fosse fatto e siede ora nelle Aule d’Attesa, e non viene più tra i suoi simili: non prima che il Sole trapassi e la Luna crolli, si saprà di quale sostanza fossero fatti.”
Questo passo risuona di un tempo ancestrale, in cui il Sole non esisteva ancora… e ci rivela che Feanor è morto e attende nelle aule di Mandos, ma che ritornerà tra i viventi! Ha il tono di un’arcana profezia, che lega i Silmaril al destino apocalittico del cosmo: solo dopo che Sole e Luna verranno distrutti si svelerà il segreto mistico dei Silmaril e si saprà realmente di che sostanza sono fatti!
Più duri del diamante, il loro cristallo costituisce una sorta di involucro esterno per una specie di anima, un fuoco interno, che Feanor ricava amalgamando la Luce degli Alberi Telperion e Laurelin. Con un processo alchemico l’Elfo imprigiona la luce degli Alberi e la instilla nei gioielli: i Silmaril sono vivi di vita propria, e al buio risplendono come stelle viventi.
“e Varda consacrò i Silmaril, sì che in seguito nessuna carne mortale, nessuna mano impura, nulla di malvagio potesse toccarli senza bruciare e avvizzire; e Mandos predisse che i destini di Arda, terra, mare e aria, erano racchiusi nei Silmaril. Il cuore di Fëanor era legato a doppio filo a quelle cose da lui stesso prodotte.”