Non
volendo interrompere la bellezza del passo di Tolkien, inserirò prima
un commento, con poche citazioni, e lascerò poi la lettura integrale di
un estratto del capitolo.
Due figure divine di straordinario fascino vengono incaricati di condurre Luna e Sole: si tratta rispettivamente di Tilion, il cacciatore, e di Arien, la fanciulla spirito di fuoco.
Le spiegazioni “scientifiche” del percorso di Sole e Luna sono talmente poetiche e al contempo “verosimili” da farci desiderare di pensare che davvero lassù ci siano questi due esseri che trasportano i due corpi celesti… e di poter pensare che ogni volta che alziamo gli occhi al cielo stiamo vedendo davvero gli ultimi due frutti di Telperion e Laurelin!
La prima ascesa in cielo dei due astri è un momento di straordinaria, potente bellezza.
Ricordiamo che la Terra in questa fase è piatta! Varda inizialmente vorrebbe che Sole e Luna navigassero in senso opposto da est a ovest, incontrandosi al centro. Però Tilion, il guidatore della Luna, è affascinato dalla bella Arien e vuole inseguirla, per cui non tiene il passo voluto. Inoltre i Valar lamentano che vi sia troppo trambusto in cielo a causa della caccia di Tilion e che le stelle siano oscurate da tutta questa luce. Per questo motivo Varda modifica il percorso dei due e lo rende simile a come è oggi, creando anche il ciclo giorno-notte. Tuttavia Tilion, il cacciatore, cercherà sempre di raggiungere l’amata Arien e questo dà spiegazione del corso irregolare della Luna e addirittura delle eclissi, in un passo bellissimo:
“Tilion, però, procedeva con incerto passo, come fa tuttora, ed era pur sempre attratto da Arien, come sempre sarà; sicché sovente accade che entrambi siano visti assieme sopra la Terra, e che a volte egli tanto le si accosti, che la sua ombra ne esclude la luce, e nel bel mezzo del giorno succeda la tenebra.”
Vengono anche date spiegazioni poetiche su come i due corpi celesti “spariscano” dal cielo sopra la Terra, andando a riposarsi al di sotto di essa, e sul fenomeno luminoso del tramonto nel mare:
“Varda […] concesse un tempo in cui il mondo avesse ancora ombra e mezza luce. Anar (il Sole, ndr) riposava quindi per un tratto a Valinor, giacendo sul freddo seno del Mare Esterno”
“Ma le acque del Mare Esterno furono rese calde da Anar e risplendettero dei colori del fuoco, e Valinor ebbe luce per qualche tempo dopo il passaggio di Arien”
Notevoli anche l’idea secondo cui in realtà la Luna sia sorta prima del Sole - essendo Telperion l’Albero primogenito - e l’associazione del Sole con una figura femminile e della Luna con una figura maschile, antitetica alla nostra visione comune. Come vedremo nel post successivo, l’ascesa del Sole segnerà l’avvento dell’era degli Uomini e il declino delle ere degli Elfi, amanti della notte e delle stelle. Bellissima il collegamento con gli eventi “reali” che conosciamo: queste cose avvengono mentre Fingolfin entra nella Terra di Mezzo, dopo essere stato tradito e abbandonato dal fratello Fëanor. A mio parere la straordinaria efficacia di questo passo è proprio da ricercare nel fatto che questa associazione con eventi “contingenti” fa apparire ancora più reale la nascita dei due astri, e non frutto di pura leggenda mitologica persa nelle antiche sfere del tempo!
Di grande effetto anche le reazioni di Morgoth al sorgere di queste immense fonti di luce. La luce è sempre portatrice di una nuova vita che lentamente comincia a germogliare: ogni volta che una fonte di luce si è mostrata su Arda, i semi di vita che Yavanna pose sulla Terra si risvegliano.
Una piccola nota di malinconia ci ricorda infine che, per quanto Sole e Luna appaiano ai nostri occhi come gli astri più lucenti a noi noti, tuttavia non valgono a pareggiare la luce che fu un tempo degli Alberi. Non conosceremo mai più una simile luce, che non possiamo nemmeno immaginare. La “realtà reale” di Tolkien ci assicura che ancora oggi quella luce sopravvive solo nei Silmaril!
Ed ecco come promesso un estratto del passo, che tuttavia consiglio di leggere interamente:
“Isil il Chiarore, così in antico i Vanyar chiamarono la Luna, fiore di Telperion sbocciato in Valinor; e il Sole lo denominarono Anar, il Fuoco Dorato, frutto di Laurelin. Ma i Noldor li indicavano anche come Rana, il Caparbio, e Vasa, il Cuore di Fuoco che ridesta e consuma, che il Sole è stato posto come segno del sorgere degli Uomini e del declino degli Elfi, laddove la Luna ne serba memoria.
La fanciulla che i Valar scelsero di tra i Maiar per guidare il vascello del Sole era chiamata Arien, e Tilion era colui che guidava l’isola della Luna. Ai tempi degli Alberi, Arien aveva atteso ai fiori d’oro nei giardini di Vàna, adacquandoli con le lucenti rugiade di Laurelin; Tilion però era un cacciatore della schiera di Oromë, ed era munito di un arco d’argento. Amante di questo metallo egli era, e quando voleva riposarsi, abbandonava i boschi di Oromë e, portandosi in Lórien, giaceva sognante presso gli stagni di Estë, ai raggi tremuli di Telperion; ed egli implorò che gli fosse affidato il compito di custodire per sempre l’ultimo Fiore d’Argento. Più possente di lui era Arien la fanciulla, che era stata scelta perché non aveva temuto gli ardori di Laurelin, che nessun male le facevano poiché sin dall’origine era stata uno spirito di fuoco, da Melkor non irretito né sedotto al proprio servizio. Troppo lucenti erano gli occhi in Arien perché persino gli Eldar li fissassero e, lasciando Valinor, essa abbandonò la forma e gli indumenti che a guisa dei Valar ivi aveva indossato, e fu una nuda fiamma, terribile nella pienezza del suo splendore.
Isil venne fabbricato e approntato per primo, e per primo si levò nel reame delle stelle, e fu il più anziano dei nuovi luminari, come Telperion lo era stato degli Alberi. Ed ecco che, per un certo tempo, il mondo ebbe la luce della Luna, e molte cose si sommossero e risvegliarono, che a lungo avevano atteso nel sonno di Yavanna. I servi di Morgoth rimasero sbigottiti, ma gli Elfi delle Terre Esterne levarono all’insù sguardi felici; e mentre la Luna si alzava vincendo la tenebra in occidente, Fingolfin fece dar fiato alle sue trombe d’argento e iniziò la marcia nella Terra-di-mezzo, e le ombre dei suoi seguaci si allungavano nere loro dinanzi.
Tilion aveva attraversato il ciclo sette volte, ed era pertanto nel più remoto oriente, quando il vascello di Arien fu pronto. Allora Anar ascese in gloria, e la prima aurora del Sole fu come un grande fuoco sopra le torri delle Pelòri: le nubi della Terra-di-mezzo ne vennero accese e si udì il suono di molte cascate. E Morgoth restò invero sgomento, e calò nelle più remote pro- fondità di Angband e ritirò i suoi servi, esalando gran fumo e scure nubi per nascondere la sua terra alla luce dell’Astro diurno.
Pertanto, da allora i Valar computarono i giorni, fino al Mutamento del Mondo, secondo l’andare e il venire di Anar. Tilion infatti di rado indugiava in Valinor, ma più spesso sorvolava rapido sulle regioni occidentali, Avathar, Araman o Valinor, sprofondando nell’abisso oltre il Mare Esterno, per poi proseguire da solo tra le grotte e le caverne alle radici di Arda. Quivi sovente a lungo vagava, riapparendo in ritardo.
[…]
Ma né il Sole né la Luna valgono a ricordare la luce di un tempo, quella emanata dagli Alberi prima che fossero tocchi dal veleno di Ungoliant: quella luce oggi sopravvive soltanto nei Silmaril.”
Due figure divine di straordinario fascino vengono incaricati di condurre Luna e Sole: si tratta rispettivamente di Tilion, il cacciatore, e di Arien, la fanciulla spirito di fuoco.
Le spiegazioni “scientifiche” del percorso di Sole e Luna sono talmente poetiche e al contempo “verosimili” da farci desiderare di pensare che davvero lassù ci siano questi due esseri che trasportano i due corpi celesti… e di poter pensare che ogni volta che alziamo gli occhi al cielo stiamo vedendo davvero gli ultimi due frutti di Telperion e Laurelin!
La prima ascesa in cielo dei due astri è un momento di straordinaria, potente bellezza.
Ricordiamo che la Terra in questa fase è piatta! Varda inizialmente vorrebbe che Sole e Luna navigassero in senso opposto da est a ovest, incontrandosi al centro. Però Tilion, il guidatore della Luna, è affascinato dalla bella Arien e vuole inseguirla, per cui non tiene il passo voluto. Inoltre i Valar lamentano che vi sia troppo trambusto in cielo a causa della caccia di Tilion e che le stelle siano oscurate da tutta questa luce. Per questo motivo Varda modifica il percorso dei due e lo rende simile a come è oggi, creando anche il ciclo giorno-notte. Tuttavia Tilion, il cacciatore, cercherà sempre di raggiungere l’amata Arien e questo dà spiegazione del corso irregolare della Luna e addirittura delle eclissi, in un passo bellissimo:
“Tilion, però, procedeva con incerto passo, come fa tuttora, ed era pur sempre attratto da Arien, come sempre sarà; sicché sovente accade che entrambi siano visti assieme sopra la Terra, e che a volte egli tanto le si accosti, che la sua ombra ne esclude la luce, e nel bel mezzo del giorno succeda la tenebra.”
Vengono anche date spiegazioni poetiche su come i due corpi celesti “spariscano” dal cielo sopra la Terra, andando a riposarsi al di sotto di essa, e sul fenomeno luminoso del tramonto nel mare:
“Varda […] concesse un tempo in cui il mondo avesse ancora ombra e mezza luce. Anar (il Sole, ndr) riposava quindi per un tratto a Valinor, giacendo sul freddo seno del Mare Esterno”
“Ma le acque del Mare Esterno furono rese calde da Anar e risplendettero dei colori del fuoco, e Valinor ebbe luce per qualche tempo dopo il passaggio di Arien”
Notevoli anche l’idea secondo cui in realtà la Luna sia sorta prima del Sole - essendo Telperion l’Albero primogenito - e l’associazione del Sole con una figura femminile e della Luna con una figura maschile, antitetica alla nostra visione comune. Come vedremo nel post successivo, l’ascesa del Sole segnerà l’avvento dell’era degli Uomini e il declino delle ere degli Elfi, amanti della notte e delle stelle. Bellissima il collegamento con gli eventi “reali” che conosciamo: queste cose avvengono mentre Fingolfin entra nella Terra di Mezzo, dopo essere stato tradito e abbandonato dal fratello Fëanor. A mio parere la straordinaria efficacia di questo passo è proprio da ricercare nel fatto che questa associazione con eventi “contingenti” fa apparire ancora più reale la nascita dei due astri, e non frutto di pura leggenda mitologica persa nelle antiche sfere del tempo!
Di grande effetto anche le reazioni di Morgoth al sorgere di queste immense fonti di luce. La luce è sempre portatrice di una nuova vita che lentamente comincia a germogliare: ogni volta che una fonte di luce si è mostrata su Arda, i semi di vita che Yavanna pose sulla Terra si risvegliano.
Una piccola nota di malinconia ci ricorda infine che, per quanto Sole e Luna appaiano ai nostri occhi come gli astri più lucenti a noi noti, tuttavia non valgono a pareggiare la luce che fu un tempo degli Alberi. Non conosceremo mai più una simile luce, che non possiamo nemmeno immaginare. La “realtà reale” di Tolkien ci assicura che ancora oggi quella luce sopravvive solo nei Silmaril!
Ed ecco come promesso un estratto del passo, che tuttavia consiglio di leggere interamente:
“Isil il Chiarore, così in antico i Vanyar chiamarono la Luna, fiore di Telperion sbocciato in Valinor; e il Sole lo denominarono Anar, il Fuoco Dorato, frutto di Laurelin. Ma i Noldor li indicavano anche come Rana, il Caparbio, e Vasa, il Cuore di Fuoco che ridesta e consuma, che il Sole è stato posto come segno del sorgere degli Uomini e del declino degli Elfi, laddove la Luna ne serba memoria.
La fanciulla che i Valar scelsero di tra i Maiar per guidare il vascello del Sole era chiamata Arien, e Tilion era colui che guidava l’isola della Luna. Ai tempi degli Alberi, Arien aveva atteso ai fiori d’oro nei giardini di Vàna, adacquandoli con le lucenti rugiade di Laurelin; Tilion però era un cacciatore della schiera di Oromë, ed era munito di un arco d’argento. Amante di questo metallo egli era, e quando voleva riposarsi, abbandonava i boschi di Oromë e, portandosi in Lórien, giaceva sognante presso gli stagni di Estë, ai raggi tremuli di Telperion; ed egli implorò che gli fosse affidato il compito di custodire per sempre l’ultimo Fiore d’Argento. Più possente di lui era Arien la fanciulla, che era stata scelta perché non aveva temuto gli ardori di Laurelin, che nessun male le facevano poiché sin dall’origine era stata uno spirito di fuoco, da Melkor non irretito né sedotto al proprio servizio. Troppo lucenti erano gli occhi in Arien perché persino gli Eldar li fissassero e, lasciando Valinor, essa abbandonò la forma e gli indumenti che a guisa dei Valar ivi aveva indossato, e fu una nuda fiamma, terribile nella pienezza del suo splendore.
Isil venne fabbricato e approntato per primo, e per primo si levò nel reame delle stelle, e fu il più anziano dei nuovi luminari, come Telperion lo era stato degli Alberi. Ed ecco che, per un certo tempo, il mondo ebbe la luce della Luna, e molte cose si sommossero e risvegliarono, che a lungo avevano atteso nel sonno di Yavanna. I servi di Morgoth rimasero sbigottiti, ma gli Elfi delle Terre Esterne levarono all’insù sguardi felici; e mentre la Luna si alzava vincendo la tenebra in occidente, Fingolfin fece dar fiato alle sue trombe d’argento e iniziò la marcia nella Terra-di-mezzo, e le ombre dei suoi seguaci si allungavano nere loro dinanzi.
Tilion aveva attraversato il ciclo sette volte, ed era pertanto nel più remoto oriente, quando il vascello di Arien fu pronto. Allora Anar ascese in gloria, e la prima aurora del Sole fu come un grande fuoco sopra le torri delle Pelòri: le nubi della Terra-di-mezzo ne vennero accese e si udì il suono di molte cascate. E Morgoth restò invero sgomento, e calò nelle più remote pro- fondità di Angband e ritirò i suoi servi, esalando gran fumo e scure nubi per nascondere la sua terra alla luce dell’Astro diurno.
Pertanto, da allora i Valar computarono i giorni, fino al Mutamento del Mondo, secondo l’andare e il venire di Anar. Tilion infatti di rado indugiava in Valinor, ma più spesso sorvolava rapido sulle regioni occidentali, Avathar, Araman o Valinor, sprofondando nell’abisso oltre il Mare Esterno, per poi proseguire da solo tra le grotte e le caverne alle radici di Arda. Quivi sovente a lungo vagava, riapparendo in ritardo.
[…]
Ma né il Sole né la Luna valgono a ricordare la luce di un tempo, quella emanata dagli Alberi prima che fossero tocchi dal veleno di Ungoliant: quella luce oggi sopravvive soltanto nei Silmaril.”
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