mercoledì 14 ottobre 2015

15) Melkor corrompe le menti dei Noldor, aizzando Fëanor a reclamare la libertà dai Valar




Melkor tesse trame cercando di gettare discordia tra gli Elfi e i Valar. Insinua negli Elfi Noldor l'idea che i Valar li abbiano condotti in Aman per tenerli sotto controllo, prigionieri, e soppiantarli con l’arrivo nella Terra di Mezzo di una nuova razza, gli Uomini, più fragili e manipolabili. Fa giungere alle orecchie di Feanor l'insinuazione che il fratellastro Fingolfin complotti per usurpare il suo ruolo di erede primogenito del re Finwe, mentre ai fratellatri Fingolfin e Finarfin fa credere che Feanor li voglia togliere di mezzo. Inoltre istiga Feanor a lasciare Aman, facendo sorgere in lui il sospetto che i Valar in realtà mirino a impossessarsi dei Silmaril. L’amore di Feanor per i Silmaril (che ci ricorda le brame mostrate da molti personaggi de Il Signore degli Anelli per l’Anello…) crea una breccia nella sua razionalità: “Egli infatti cominciava ad amare i Silmaril di un avido amore, e mal tollerava che altri li ammirassero al di fuori di suo padre e dei suoi sette figli; e di rado ormai si sovveniva che la luce in essi contenuta non era loro propria.” Feanor comincia a desiderare di condurre i Noldor alla ribellione, lasciando Aman ed i Valar, per fare ritorno alla Terra di Mezzo, in nome di una presunta Libertà dalle Potenze divine. La sua follia raggiunge livelli tali, da arrivare a minacciare di morte il buon fratello Fingolfin, che si oppone a tali propositi! Per questo atto sconsiderato Feanor viene giudicato dai Valar ed esiliato per dodici anni.

“Parve poi alla gente di Valinor che la luce degli Alberi si fosse attenuata, e che le ombre di tutte le cose che stavano diritte s’allungassero e si infittissero.”
Un giorno Melkor si presenta alla porta di Fëanor, cercando di tentarlo con le sue illusioni, ma l’elfo capisce le sue intenzioni e gli sbatte letteralmente la porta in faccia! (che buffo!).



 

Approfondimenti

In un passo molto bello leggiamo l’immagine che Tolkien dà della ‘corsa agli armamenti’: le armi stesse vengono forgiate per la prima volta nella storia proprio seguendo le malvagie insinuazioni di Melkor.


“Come Melkor s’avvide che tali menzogne si diffondevano, covando sotto la cenere, e che orgoglio e ira sommuovevano i Noldor, parlò loro di armi; e fu allora che i Noldor presero a fucinare spade, asce e lance. E scudi anche fecero, sfoggiando i simboli di molte case e stirpi che rivaleggiavano l’una con l’altra; e soltanto gli scudi portavano uscendo di casa, ma di altre armi non parlavano, ciascuno di essi credendo di aver lui solo ricevuto l’imbeccata. E Fëanor costruì una fucina segreta, di cui neppure Melkor nulla sapeva; e quivi temprò crudeli spade per sé e i propri figli, e fabbricò alti elmi con piume di rosso colore. Amaramente rimpianse Mahtan il giorno in cui aveva insegnato, allo sposo di Nerdanel, la scienza della metallurgia che aveva appresa da Aulë.”

La scena in cui Feanor perde la ragione e minaccia il nobile fratello Fingolfin:

“Ma Fingolfin si precipitò nelle sue aule, e gli si piantò davanti e disse: «Re e padre, non vuoi tu mettere freno alla superbia di nostro fratello Curufinwe (il nome di battesimo di Fëanor, ndr), che è detto lo Spirito di Fuoco (= Feanor, soprannome, ndr), e fin troppo veracemente? Con quale diritto egli parla in nome di tutto il nostro popolo, quasi fosse Re? Sei stato tu che, tanto tempo fa, hai preso la parola davanti ai Quendi (gli Elfi, ndr), esortandoli ad accogliere l’invito dei Valar a venire in Aman; tu, che hai condotto i Noldor per la lunga strada, attraverso i perigli della Terra-di-mezzo, alla luce di Eldamar. Se ora non te ne penti, hai almeno due figli disposti a comprovare la verità delle tue parole».
Ma ancor mentre Fingolfin parlava, Feanor entrò nella sala, ed era armato di tutto punto: l’alto elmo in capo, al fianco una gran spada. «Dunque, è proprio come sospettavo» disse. «Il mio fratellastro vorrebbe scavalcarmi ed essere il primo con mio padre, in questa e in ogni altra faccenda.» Quindi, volgendosi a Fingolfin, snudò la spada gridando: «Fuori di qui, e statti al tuo posto!».
Fingolfin si inchinò a Finwe, e senza una parola o uno sguardo a Feanor uscì dalla stanza. Ma Feanor lo seguì, e sulla soglia della casa reale lo fermò; e puntò contro il petto di Fingolfin la spada lucente. «Guardala bene, fratellastro» disse. «Questa è più tagliente della tua lingua. Provati una volta ancora a usurpare il mio posto e l’amore di mio padre, e può darsi che essa sbarazzi i Noldor di uno il quale vorrebbe essere signore di schiavi.»


Jenny Dolfen 

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