mercoledì 14 ottobre 2015

17) Feanor si rifiuta di consegnare i Silmaril per fare rinascere gli Alberi! Ungoliant tenta di stritolare Melkor per brama dei Silmaril.




Yavanna tenta inutilmente di rianimare gli Alberi, quindi dice ai Valar che l’unica speranza per riuscirci è nella luce dei Silmaril. Si avvera così l’insinuazione di Melkor, sebbene per motivi ben diversi: i Valar chiedono davvero a Feanor i Silmaril.
“Allora parlò Manwë e disse: «Hai udito, Fëanor figlio di Finwë, le parole di Yavanna? Sei disposto a fare ciò che ha chiesto?».
Seguì un lungo silenzio, ma Fëanor nulla disse. Poi Tulkas gridò: «Parla, Noldo, di’ sì o no! Ma chi opporrebbe un rifiuto a Yavanna? E forse che la luce dei Silmaril non è frutto della sua opera iniziale?».”
“Fëanor però aprì bocca, e lo fece gridando amareggiato: «Io potrei spossessarmi dei miei gioielli, ma mai più li rifarei; e, se devo infrangerli, spezzerò il mio cuore e ne morrò, primo di tutti gli Eldar di Aman».
«Non il primo» replicò Mandos”, con una oscura profezia.
La brama di Feanor per i suoi gioielli è tale da indurlo a considerare i Valar “una cerchia di nemici”. Le parole di Melkor attecchiscono nella sua mente, inducendolo addirittura a considerare le Potenze come ladri e a insultarli:
“ ”Già, chi meglio di un ladro può riconoscere altri ladri? “ E quindi, ad alta voce: «Non lo farò di mia spontanea volontà, ma se i Valar mi ci costringeranno, ecco che io saprò per certo che Melkor è della loro stessa schiatta».”

E Melkor, giunto a casa di Fëanor per sottrarre i Silmaril, vi trova il padre di lui, Finwe, Re dei Noldor, e lo uccide brutalmente, spargendo il primo sangue che sia mai stato versato nella terra benedetta. Ecco svelato il significato delle parole di Mandos!
“Allora Fëanor si levò e, alzando la mano al cospetto di Manwë, maledisse Melkor chiamandolo Morgoth, cioè Nero Nemico del Mondo”, e anche noi da ora non useremo più altro nome.

Nel frattempo Morgoth è in fuga con Ungoliant, ma l’orrore del mostro che ha voluto evocare finisce col rivoltarglisi contro! Ungoliant pretende che venga mantenuta la promessa di darle luce e tesori di cui nutrirsi, compresi i Silmaril, e tenta di strangolare Morgoth. Sentiremo il suo urlo terribile riecheggiare nelle nostre orecchie:

“E allora, volente o nolente, Morgoth le consegnò le gemme che portava con sé, una a una, mugugnando; ed essa le divorò, e la loro bellezza scomparve dal mondo. Ancora più brutta e scura divenne Ungoliant, ma la sua brama era insaziata. «Con una mano sola hai dato,» disse «soltanto con la sinistra. Apri la destra.»
Nella destra, Morgoth teneva stretti i Silmaril e, benché fossero chiusi in uno scrigno di cristallo, avevano cominciato a ustionarlo, e il suo pugno chiuso era dolente; ma non voleva aprirlo. «No!» esclamò. «Hai avuto il tuo. Perché la tua opera è stata compiuta grazie al potere che io ho messo in te. Non ho più bisogno di te. Queste cose tu non le avrai né le vedrai. Saranno mie per sempre.»
Ma Ungoliant era divenuta grande, ed egli s’era rimpicciolito per via del potere che aveva ceduto; ed essa gli si levò contro, e la sua nube gli si serrò attorno, e Ungoliant lo avvolse in una rete di corregge avvinghianti con l’intento di strangolarlo. Allora Morgoth diede in un terribile urlo e ne riecheggiarono i monti. Ragion per cui la regione fu chiamata Lammoth, poiché gli echi della sua voce vi dimorarono per sempre, sì che chiunque gridasse alto in quella terra li risvegliava, e l’intero deserto tra le alture e il mare si riempiva di un clangore come di voci angosciate. L’urlo lanciato da Morgoth a quel punto fu il più alto e il più spaventoso che mai si fosse udito nel mondo settentrionale; tremarono i monti, e la terra tremò, e rocce si fendettero. Fin nelle profondità di luoghi dimenticati, il grido fu udito.”

I Balrog, richiamati dall’urlo, giungono a liberare il padrone. Ungoliant fugge e in seguitò darà origine all’orrenda progenie da cui nascerà Shelob. La fine di Ungoliant, persa nella leggenda, è l’orribile conseguenza di una fame insaziabile, che giungerà letteralmente a divorare la sua stessa natura:
“altre sconce creature aracneiformi vi avevano avuto dimora fin dai giorni in cui era stata scavata Angband, ed essa si accoppiò con loro e le divorò; e anche quando Ungoliant si fu dipartita, per andarsene chissà dove nel dimenticato sud del mondo, i suoi rampolli ivi abitarono,tessendovi le loro orride tele. Della sorte di Ungoliant, nessun racconto da notizia. Pure, v’è chi ha detto che sia perita molto tempo fa, quando, nella sua insaziabile fame, fini per divorare se stessa.
 

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