Ora
facciamo un passo indietro, prima del risveglio degli Elfi sulla Terra,
all’epoca in cui i Valar ancora plasmavano e creavano Arda. La storia
della creazione dei nani è suggestiva e piena di significati. Come tutti
sappiamo, questa razza forte e
resistente, tenace e indomita è protagonista di tutte le storie più
note, da Il Signore degli Anelli a Lo Hobbit, in cui sono al centro
della vicenda. Ma da dove vengono i Nani? Sono stati creati da Iluvatar,
come gli Elfi e gli Uomini? No, essi sono stati creati da una delle
divinità sottoposte a Iluvatar: Aulë, il fabbro che plasmava la terra e
le gemme. Quando i Valar erano gli unici abitanti della Terra, Aulë
desiderava immensamente avere dei piccoli allievi cui insegnare le
proprie arti e non voleva attendere le ere infinite che avrebbero dovuto
passare, prima che arrivassero gli Elfi. Perciò lavorò in gran segreto e
creò i Nani. Il loro aspetto poco aggraziato era dovuto al fatto che
stava “copiando” dalle immagini premonitive che tutti i Valar avevano
visto nella loro mente, quando Iluvatar aveva loro mostrato il futuro di
Arda e la creazione di Elfi e Uomini: queste immagini tuttavia erano
solo sogni vaghi e poco precisi nelle loro menti. Inoltre la forza e la
resistenza di cui sappiamo essere dotati i Nani fu loro conferita dal
loro creatore, affinchè si difendessero da Melkor. Così Aulë plasmò
questi piccoli esseri viventi:
“lavorò in segreto: e produsse per primi i Sette Padri dei Nani in un’aula sotto le montagne della Terra-di-mezzo.”
Tutto felice, cominciò a insegnare ai piccoli Sette il linguaggio che aveva creato per loro. In questo desiderio di creare qualcosa da solo, Aulë mostra lo stesso desiderio di Melkor. Iluvatar si accorge di ciò e rimprovera il Vala, perché si è arrogato il diritto di creare per primo nuovi esseri viventi, senza il permesso di Iluvatar, e soprattutto prima che questo creasse i Primogeniti, gli Elfi. Aulë è grandemente mortificato, si pente e offre le sue creature a Iluvatar. Questo lo rende completamente diverso da Melkor. Pur di porre rimedio alla sua presunzione, arriva a desiderare di distruggere i poveri esseri da lui creati. Ecco il discorso di Aulë:
“Desideravo cose diverse da me, da amare e ammaestrare, sì che anch’esse potessero percepire la bellezza di Eä, da te prodotta. Mi è parso infatti che in Arda vi sia spazio sufficiente per molte creature che in essa possano gioire, eppure Arda è per lo più ancora vuota e sorda. E nella mia impazienza, sono caduto preda della follia. Ma la creazione di cose è, nel mio cuore, frutto della creazione di me per opera tua; e il figlio di torpida mente che riduce a balocco le imprese di suo padre può farlo senza intenti derisori, ma solo perché è il figlio di suo padre. E che cosa farò io ora, per modo che tu non sia irato con me per sempre? Come un figlio a suo padre, io ti offro queste cose, l’opera delle mani che tu hai creato. Fanne ciò che vuoi. O preferisci che io distrugga la fattura della mia presunzione?».
Segue una scena terribile, in cui Aulë affranto decide di distruggere con un martello le piccole creature spaventate. Fortunatamente Iluvatar, che è un Dio buono, evita che ciò accada:
“E Aulë diede di piglio a un grande martello per ridurre in pezzi i Nani; e pianse. Ma Ilùvatar provò compassione per Aulë e il suo desiderio, a cagione della sua umiltà; e i Nani si rattrappirono alla vista del martello e provarono timore, e chinarono il capo e implorarono mercé. E la voce di Ilùvatar disse ad Aulë: «Ho accettato la tua offerta fin dal primo momento. Non t’avvedi che queste cose hanno ora una vita loro propria e che parlano con voci proprie? Altrimenti, non si sarebbero rannicchiate al tuo gesto e a ogni suono della tua volontà».
Tuttavia Iluvatar desidera che gli Elfi siano i Primogeniti sulla Terra, come da lui predestinato, perciò impone ad Aulë che metta a dormire le sue creature, in attesa della nascita degli Elfi. Dal discorso di Iluvatar viene predetto che, come sappiamo, vi saranno discordie tra le stirpi di Elfi e Nani:
“Queste creature ora dormiranno nella tenebra sotto il sasso, e non ne sortiranno finché i Primogeniti non siano apparsi sulla Terra; e fino allora tu ed esse attenderete, per lunga che possa sembrare l’attesa. Ma, quando il tempo sarà venuto, io le risveglierò, ed esse saranno come tuoi figli; e frequenti discordie scoppieranno tra i tuoi e i miei, i figli da me adottati e i figli da me voluti».
Bellissima è la scena in cui Aulë mette a dormire le sue creature:
“Allora Aulë prese i Sette Padri dei Nani e li pose a giacere in luoghi remotissimi; e fece ritorno a Valinor e attese, mentre i lunghi anni si svolgevano.”
Da questa storia possiamo vedere perché associamo queste piccole forti creature alle montagne, sotto le quali scavano interi regni, e all’abilità metallurgica, nella ricerca e produzione di gemme e metalli preziosi, appresa dal dio fabbro.
I Nani, a differenza degli Elfi, e similmente agli Uomini, non sono immortali. Si diceva che una volta morti si ritramutassero in sasso, ma poi fu detto che in realtà anch’essi andavano nelle aule di Mandos, dove Aulë si prendeva cura di loro in attesa della Fine. Le profezie di Tolkien sulla Fine del Mondo ricalcano quelle bibliche. Si parla infatti di un’ “Ultima Battaglia”:
“Avranno allora il compito di servire Aulë e di aiutarlo nella ricostruzione di Arda dopo l’Ultima Battaglia.”
Anche una costellazione creata da Varda preannuncia questo evento apocalittico:
“Menelmacar con la sua cintura scintillante, che preannuncia l’Ultima Battaglia che avrà luogo alla fine dei giorni.”
Gli Ent, i Pastori di Alberi, furono creati a causa dei Nani: Yavanna voleva che gli alberi fossero protetti dalla scure dei figli di Aulë.
Dei Sette Padri, Durin fu il più longevo, tanto da essere soprannominato il Senza Morte: dei suoi discendenti, molti gli assomigliavano tanto da essere chiamati con lo stesso nome: si pensava che fossero reincarnazioni di Durin stesso (Appendice de Il Signore degli Anelli). Dalla sua stirpe discendono moltissimi Nani a noi noti, tra cui il famoso Thorin Scudodiquercia protagonista de Lo Hobbit, i Nani di Moria e Gimli (v. Linea dei Nani compilata da Gimli per Re Aragorn, Appendice de Il Signore degli Anelli).
“E dicono anche che i Sette Padri dei Nani ritornano, per rivivere nei loro discendenti e riprendere gli antichi nomi: e di essi, Durin fu il più rinomato in ere successive, padre di quella stirpe massimamente amica degli Elfi, le cui dimore erano a Khazad-dùm.”
“lavorò in segreto: e produsse per primi i Sette Padri dei Nani in un’aula sotto le montagne della Terra-di-mezzo.”
Tutto felice, cominciò a insegnare ai piccoli Sette il linguaggio che aveva creato per loro. In questo desiderio di creare qualcosa da solo, Aulë mostra lo stesso desiderio di Melkor. Iluvatar si accorge di ciò e rimprovera il Vala, perché si è arrogato il diritto di creare per primo nuovi esseri viventi, senza il permesso di Iluvatar, e soprattutto prima che questo creasse i Primogeniti, gli Elfi. Aulë è grandemente mortificato, si pente e offre le sue creature a Iluvatar. Questo lo rende completamente diverso da Melkor. Pur di porre rimedio alla sua presunzione, arriva a desiderare di distruggere i poveri esseri da lui creati. Ecco il discorso di Aulë:
“Desideravo cose diverse da me, da amare e ammaestrare, sì che anch’esse potessero percepire la bellezza di Eä, da te prodotta. Mi è parso infatti che in Arda vi sia spazio sufficiente per molte creature che in essa possano gioire, eppure Arda è per lo più ancora vuota e sorda. E nella mia impazienza, sono caduto preda della follia. Ma la creazione di cose è, nel mio cuore, frutto della creazione di me per opera tua; e il figlio di torpida mente che riduce a balocco le imprese di suo padre può farlo senza intenti derisori, ma solo perché è il figlio di suo padre. E che cosa farò io ora, per modo che tu non sia irato con me per sempre? Come un figlio a suo padre, io ti offro queste cose, l’opera delle mani che tu hai creato. Fanne ciò che vuoi. O preferisci che io distrugga la fattura della mia presunzione?».
Segue una scena terribile, in cui Aulë affranto decide di distruggere con un martello le piccole creature spaventate. Fortunatamente Iluvatar, che è un Dio buono, evita che ciò accada:
“E Aulë diede di piglio a un grande martello per ridurre in pezzi i Nani; e pianse. Ma Ilùvatar provò compassione per Aulë e il suo desiderio, a cagione della sua umiltà; e i Nani si rattrappirono alla vista del martello e provarono timore, e chinarono il capo e implorarono mercé. E la voce di Ilùvatar disse ad Aulë: «Ho accettato la tua offerta fin dal primo momento. Non t’avvedi che queste cose hanno ora una vita loro propria e che parlano con voci proprie? Altrimenti, non si sarebbero rannicchiate al tuo gesto e a ogni suono della tua volontà».
Tuttavia Iluvatar desidera che gli Elfi siano i Primogeniti sulla Terra, come da lui predestinato, perciò impone ad Aulë che metta a dormire le sue creature, in attesa della nascita degli Elfi. Dal discorso di Iluvatar viene predetto che, come sappiamo, vi saranno discordie tra le stirpi di Elfi e Nani:
“Queste creature ora dormiranno nella tenebra sotto il sasso, e non ne sortiranno finché i Primogeniti non siano apparsi sulla Terra; e fino allora tu ed esse attenderete, per lunga che possa sembrare l’attesa. Ma, quando il tempo sarà venuto, io le risveglierò, ed esse saranno come tuoi figli; e frequenti discordie scoppieranno tra i tuoi e i miei, i figli da me adottati e i figli da me voluti».
Bellissima è la scena in cui Aulë mette a dormire le sue creature:
“Allora Aulë prese i Sette Padri dei Nani e li pose a giacere in luoghi remotissimi; e fece ritorno a Valinor e attese, mentre i lunghi anni si svolgevano.”
Da questa storia possiamo vedere perché associamo queste piccole forti creature alle montagne, sotto le quali scavano interi regni, e all’abilità metallurgica, nella ricerca e produzione di gemme e metalli preziosi, appresa dal dio fabbro.
I Nani, a differenza degli Elfi, e similmente agli Uomini, non sono immortali. Si diceva che una volta morti si ritramutassero in sasso, ma poi fu detto che in realtà anch’essi andavano nelle aule di Mandos, dove Aulë si prendeva cura di loro in attesa della Fine. Le profezie di Tolkien sulla Fine del Mondo ricalcano quelle bibliche. Si parla infatti di un’ “Ultima Battaglia”:
“Avranno allora il compito di servire Aulë e di aiutarlo nella ricostruzione di Arda dopo l’Ultima Battaglia.”
Anche una costellazione creata da Varda preannuncia questo evento apocalittico:
“Menelmacar con la sua cintura scintillante, che preannuncia l’Ultima Battaglia che avrà luogo alla fine dei giorni.”
Gli Ent, i Pastori di Alberi, furono creati a causa dei Nani: Yavanna voleva che gli alberi fossero protetti dalla scure dei figli di Aulë.
Dei Sette Padri, Durin fu il più longevo, tanto da essere soprannominato il Senza Morte: dei suoi discendenti, molti gli assomigliavano tanto da essere chiamati con lo stesso nome: si pensava che fossero reincarnazioni di Durin stesso (Appendice de Il Signore degli Anelli). Dalla sua stirpe discendono moltissimi Nani a noi noti, tra cui il famoso Thorin Scudodiquercia protagonista de Lo Hobbit, i Nani di Moria e Gimli (v. Linea dei Nani compilata da Gimli per Re Aragorn, Appendice de Il Signore degli Anelli).
“E dicono anche che i Sette Padri dei Nani ritornano, per rivivere nei loro discendenti e riprendere gli antichi nomi: e di essi, Durin fu il più rinomato in ere successive, padre di quella stirpe massimamente amica degli Elfi, le cui dimore erano a Khazad-dùm.”
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