Lascio alle parole di Tolkien questo brano poetico sulla più mite e gentile delle tre stirpi degli Elfi. Vi è anche un importante riferimento ai Noldor, alla loro straordinaria abilità di produrre gioielli meravigliosi. Come sappiamo i gioielli (l’Anello) per Tolkien sono il fulcro attorno a cui si annida la brama di bellezza e potere. Nei primi tempi i Noldor producevano con amore queste meraviglie e ne facevano dono affettuoso e disinteressato ai Teleri. Questi fatti sono tanto più interessanti per il contrasto che ne deriverà, quando vedremo come le cose cambieranno aspramente, con Feanor e i Silmaril…
“Va qui narrato come i Teleri finalmente giunsero nella terra di Aman. A lungo dimorarono in Tol Eressea; ma un po' alla volta i loro cuori mutarono e si sentirono attratti dalla luce che fluiva d’oltre mare all’Isola Solitaria. Erano strappati tra l’amore per la musica che le onde facevano sulle loro rive e il desiderio di rivedere i loro simili e di ammirare lo splendore di Valinor; alla fine, però, la brama di luce fu più forte. Sicché Ulmo, piegandosi al volere dei Valar, inviò Osse, loro amico, e benché a malincuore insegnò ai Teleri l’arte di costruire navi; e quando i loro vascelli furono costruiti, egli portò loro, come dono d’addio, molti cigni dall’ala robusta. E i cigni trassero le candide navi dei Teleri per il mare senza vento; e così alla fin fine giunsero ad Aman e alle sponde di Eldamar.
Ivi essi dimorarono, e se lo desideravano potevano scorgere la luce degli Alberi e calpestare le strade dorate di Valmar e calcare le scale di cristallo di Tirion su Tùna, la verde collina; ma soprattutto essi solcavano, con le loro navi veloci, le acque della Baia della Casa degli Elfi, oppure avanzavano nelle onde sulla battigia, i capelli scintillanti alla luce che promanava d’oltre il colle. Molti gioielli diedero loro i Noldor, opali, diamanti e pallidi cristalli, che essi sparsero sulle rive e gettarono nelle lagune; meravigliose a vedere erano le spiagge di Elende in quei giorni. E molte perle essi si procurarono strappandole al mare, e le loro aule erano di perla, e di perla le dimore di Olwe ad Alqualonde, il Porto dei Cigni, illuminato da molte lampade. Quella infatti era la loro città e il ricovero delle loro navi le quali erano fatte a somiglianza di cigni, con becchi d’oro e occhi d’oro e giaietto. Si accedeva al porto per un portale che era un arco di roccia viva scavato dal mare; e questa si levava ai confini di Eldamar, a nord del Calacirya, dove la luce delle stelle era lucente e chiara.”
Il Calacirya e il porto dei Cigni degli Elfi Teleri
Nessun commento:
Posta un commento