Mentre
i Valar plasmavano la Terra, Melkor si dava da fare a guastare tutto.
(Che bello immaginare che dietro la formazione delle terre emerse
durante le ere geologiche, dietro i grandi fuochi e la lava che
sconvolgeva il pianeta… ci fossero i Valar e Melkor in guerra!)
Arrivò Tulkas a dare man forte “e Arda echeggiò del suono della sua risata”. Melkor fuggì da Arda e vi fu pace per lungo tempo. Si crearono le terre emerse ed i mari: come sappiamo c’era un unico continente, circondato dall’oceano. “Yavanna finalmente piantò i semi che a lungo era andata escogitando.”
In questa versione della storia dell’Universo, il sole e la luna non nascono assieme alla Terra, che è quindi al buio, perciò i Valar costruiscono due giganteschi Luminari, posti sulle montagne più alte che mai esisterono ed esisteranno, in grado di illuminare tutta la Terra! “E poiché, essendo i fuochi domati o sepolti sotto le colline primeve, occorreva luce, Aulë su preghiera di Yavanna costruì due grandi luminari per la Terra-di-mezzo. Poi Varda riempì le lampade e Manwë le consacrò, e i Valar le collocarono in cima ad alti pilastri, assai più elevati di qualsiasi montagna dei tempi successivi”. La lampada del nord si chiamava Illuin, mentre quella del sud Ormal. Queste illuminavano tutta la Terra in un giorno eterno.
Ora che c’era luce, i semi di Yavanna “cominciarono a germogliare rapidi e a gemmare, e sorse una moltitudine di cose che crescevano, grandi e piccole, muschi ed erbe e abbondanti felci, e alberi le cui cime erano coronate di nubi quasi fossero viventi montagne, ma i cui piedi erano immersi in un verde crepuscolo”. È la Primavera di Arda.
Melkor osserva Arda ed è pieno di invidia. Durante la festa della Primavera i Valar si addormentano, per cui Melkor attraversa non visto le Mura della Notte (il confine tra Arda e il resto dell’universo) e si crea un rifugio a Nord (Utumno), dove la luce del Luminare del nord (Illuin) è debole. La terra intorno ad Utumno si guasta: “Verdi cose s’ammalarono e marcirono, e fiumi restarono intasati da erbacce e limo e si formarono maremme, fetide e attossicanti, vivai di mosche; e foreste crebbero buie e perigliose, ricettacoli di paura; e bestie divennero mostri grevi di corna e zanne, e tinsero la terra di sangue”.
I Valar si accorgono che Melkor è nel Nord a guastare il pianeta. Vanno a cercarlo, ma lui sferra l’attacco ancora prima, distruggendo i Luminari. La caduta dei pilastri è così titanica da sfigurare il continente unico, conferendo alle terre emerse un aspetto diverso. “Il crollo dei possenti pilastri schiacciò terre e sollevò mari; e le lampade, rovesciandosi, versarono fiamme devastatrici sulla Terra. E all’epoca la forma di Arda e la simmetria delle sue terre furono deturpate” (ancora che bello immaginare che la deriva dei continenti ebbe origine dalla caduta dei pilastri delle grandi lampade!)
Fatto tutto ciò, Melkor, il vile, fugge impaurito. Si nasconde in Utumno mentre Manwe e Tulkas lo inseguono, ma questi non riescono a prenderlo. Termina così la primavera di Arda.
Arrivò Tulkas a dare man forte “e Arda echeggiò del suono della sua risata”. Melkor fuggì da Arda e vi fu pace per lungo tempo. Si crearono le terre emerse ed i mari: come sappiamo c’era un unico continente, circondato dall’oceano. “Yavanna finalmente piantò i semi che a lungo era andata escogitando.”
In questa versione della storia dell’Universo, il sole e la luna non nascono assieme alla Terra, che è quindi al buio, perciò i Valar costruiscono due giganteschi Luminari, posti sulle montagne più alte che mai esisterono ed esisteranno, in grado di illuminare tutta la Terra! “E poiché, essendo i fuochi domati o sepolti sotto le colline primeve, occorreva luce, Aulë su preghiera di Yavanna costruì due grandi luminari per la Terra-di-mezzo. Poi Varda riempì le lampade e Manwë le consacrò, e i Valar le collocarono in cima ad alti pilastri, assai più elevati di qualsiasi montagna dei tempi successivi”. La lampada del nord si chiamava Illuin, mentre quella del sud Ormal. Queste illuminavano tutta la Terra in un giorno eterno.
Ora che c’era luce, i semi di Yavanna “cominciarono a germogliare rapidi e a gemmare, e sorse una moltitudine di cose che crescevano, grandi e piccole, muschi ed erbe e abbondanti felci, e alberi le cui cime erano coronate di nubi quasi fossero viventi montagne, ma i cui piedi erano immersi in un verde crepuscolo”. È la Primavera di Arda.
Melkor osserva Arda ed è pieno di invidia. Durante la festa della Primavera i Valar si addormentano, per cui Melkor attraversa non visto le Mura della Notte (il confine tra Arda e il resto dell’universo) e si crea un rifugio a Nord (Utumno), dove la luce del Luminare del nord (Illuin) è debole. La terra intorno ad Utumno si guasta: “Verdi cose s’ammalarono e marcirono, e fiumi restarono intasati da erbacce e limo e si formarono maremme, fetide e attossicanti, vivai di mosche; e foreste crebbero buie e perigliose, ricettacoli di paura; e bestie divennero mostri grevi di corna e zanne, e tinsero la terra di sangue”.
I Valar si accorgono che Melkor è nel Nord a guastare il pianeta. Vanno a cercarlo, ma lui sferra l’attacco ancora prima, distruggendo i Luminari. La caduta dei pilastri è così titanica da sfigurare il continente unico, conferendo alle terre emerse un aspetto diverso. “Il crollo dei possenti pilastri schiacciò terre e sollevò mari; e le lampade, rovesciandosi, versarono fiamme devastatrici sulla Terra. E all’epoca la forma di Arda e la simmetria delle sue terre furono deturpate” (ancora che bello immaginare che la deriva dei continenti ebbe origine dalla caduta dei pilastri delle grandi lampade!)
Fatto tutto ciò, Melkor, il vile, fugge impaurito. Si nasconde in Utumno mentre Manwe e Tulkas lo inseguono, ma questi non riescono a prenderlo. Termina così la primavera di Arda.
Nessun commento:
Posta un commento