mercoledì 26 agosto 2015

3) L’Olimpo Tolkieniano (v. Album)


In questo capitolo della mia guida ho riassunto le principali divinità di questo poetico Olimpo. Lascerò questa volta la descrizione alle parole stesse di Tolkien (poste tra virgolette) perché sono molto suggestive e figurative e vale la pena ascoltare la descrizione dei suoi dei direttamente da lui.

Manwe e Melkor erano fratelli. Manwe è una sorta di Zeus. “Il suo diletto sono i venti e le nuvole, e tutte le regioni dell’aria, dalle supreme altezze alle profondità, dagli estremi confini del Velo di Arda alle brezze che alitano tra l’erba. Sùlimo è il suo soprannome, cioè Signore del Respiro di Arda. Tutti gli uccelli veloci, forti d’ala, egli ama, ed essi vanno e vengono al suo comando.”

“Con Manwë dimora Varda, Signora delle Stelle, che conosce tutte le regioni di Eä. Troppo grande è la sua bellezza per essere detta con le parole di Uomini o di Elfi: che la luce di Ilùvatar ancora le splende in volto.” Gli Elfi amano Varda più di tutte le divinità, poiché quando si svegliarono sulla Terra il Sole non esisteva e le stelle furono la prima cosa che videro.

Ulmo è il Signore delle Acque. “Non dimora a lungo in nessun luogo, ma si muove a piacimento in tutte le acque profonde sopra e sotto la Terra.
Il levarsi del Re del Mare era terribile, a guisa di montante onda che s’avventi alla terra con scuro elmo crestato di schiuma e coperta di cotta svariante dall’argento alle tonalità del verde. La voce di Ulmo è profonda come le profondità dell’oceano che lui solo ha visto. A volte egli approda, non visto, alle rive della Terra-di-mezzo o si spinge all’interno lungo estuari, e quivi intona musica con i suoi grandi corni, gli Ulumùri, che sono ricavati da candide conchiglie; e coloro ai quali quella musica giunge, sempre poi la odono nei propri cuori, e il desiderio del mare mai più li abbandona. Ulmo parla a coloro che abitano nella Terra-di-mezzo con voci che sono udite soltanto come musica dell’acqua, poiché tutti i mari e i laghi, i fiumi, le fonti e le sorgenti sono sotto il suo dominio; sicché gli Elfi sostengono che lo spirito di Ulmo scorra per tutte le vene del mondo. E così accade che a Ulmo pervengano, persino nelle profondità, notizie di tutti i bisogni e pene di Arda, che altrimenti resterebbero celate a Manwë.”

Yavanna, “la Dispensatrice di Frutti. Essa ama tutte le cose che crescono sulla terra, e ne conserva nella propria mente le innumeri forme, da quelle degli alberi simili a torri nelle foreste d’un tempo, al muschio sulle pietre o alle piccole e segrete cose nell’argilla. In forma di donna è alta, vestita di verde; a volte però assume anche altri sembianti. Certuni l’han vista starsene come un albero sotto il cielo, coronata dal Sole; e da tutti i suoi rami stillava una rugiada dorata sulla terra spoglia, che si rivestiva di verde grano; le radici dell’albero s’affondavano però nelle acque di Ulmo, e i venti di Manwë parlavano tra le sue foglie. Kementàri, Regina della Terra, così è soprannominata nella lingua degli Eldar.”

Mandos. “Egli è il custode delle Case dei Morti. Nulla dimentica; e conosce tutte le cose che saranno. Vairë la Tessitrice è la sua sposa, la quale iscrive nelle sue reti istoriate tutte le cose che mai sian state nel Tempo. Le aule di Mandos, che sempre più si dilatano a mano a mano che le ere passano, ne sono tappezzate.”

Orome, cacciatore di mostri e bestie feroci, che si diletta di cavalli e cani.
Valaróma, così si chiama il suo grande corno, il cui suono è simile all’ascendere del Sole nello scarlatto o al lampo che si staglia squarciando le nuvole. Fu il primo ad incontrare gli Elfi.

Nienna, la signora del dolore. “Le sue aule si trovano a occidente dell’Occaso, ai confini del mondo. Le finestre di casa sua guardano fuori delle pareti del mondo.”

Aulë, il fabbro. “Sue sono le gemme che giacciono nel profondo della Terra, suo l’oro bello da tenere in mano, non meno delle pareti dei monti e dei bacini dei mari.”

Irmo, “signore delle visioni e dei sogni. I suoi giardini stanno in Lórien, nella terra dei Valar, e sono i più belli di tutti i luoghi del mondo.”

Tulkas “il Valoroso. Trae piacere dalla lotta e dalle prove di forza. Ha i capelli e la barba dorati, il suo incarnato è roseo; le sue armi sono le mani. Sempre ride, anche in guerra, e anche in faccia a Melkor.”

Di Melkor avremo abbondantemente modo di parlare in seguito, già lo abbiamo conosciuto nel capitolo 2.

Tra le divinità minori, i Maiar, parleremo di Melian, che sposò un re degli Elfi. Sauron stesso era tra queste divinità. Anche tra questi una parte importante è data alle acque. Melkor odiava il Mare perché non riusciva a sottometterlo. Osse, che “nella tempesta gioisce e ride tra il fragore delle onde”, seguì per un po’ Melkor, ma poi si pentì, tuttavia a lui si deve il mare in tempesta, perché “il piacere della violenza mai l’ha abbandonato del tutto, e a volte imperversa nella sua ostinazione, senza che glielo comandi Ulmo suo signore.” “Uinen, la Signora dei Mari, i cui capelli sono sparsi per tutte le acque sotto il cielo.”

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